L’amicizia semplice e forte di due giovani, Fortunato e Livio, uniti da una comune passione: la Montagna, vissuta come luogo privilegiato dove raggiungere il più profondo contatto con se stessi.
In un mondo dal saporoso gusto arcaico dove il cibo profuma ancora di terra e di fuoco e le relazioni fra gli uomini possiedono “un’armonia la cui scaturigine è nella semplicità e nell’assennatezza”, Fortunato e Livio, “cresciuti in simbiosi con la natura e nell’osservanza delle sue leggi”, percorrono i boschi ed i sentieri che attraverso il Passo Buole uniscono Ala e la Vallarsa. E così camminando, in allegria scanzonata e in reverente ascolto, attraverso paesaggi profumati di muschio e di funghi, i due finiscono per incontrare lo Spirito del Bosco, che li guida a ricongiungersi con un Hic et Nunc, con un Qui e Ora, denso di vita e di conoscenza.
“Più che ragazzi sembravano vecchi abitatori dei boschi. Avvezzi a dormire sui sassi, sotto una coperta di foglie, con il tetto fatto di cielo e di stelle, impregnati dell’acuto odore di selvatico, vestiti di panni terrosi e, in ogni occasione, estatici. Sì, perché questi spiriti silvestri avevano sempre un’aria di meraviglia che li circondava. I loro occhi si muovevano lentamente, il loro sguardo molto spesso affondava in una profondità misteriosa, ma nulla alterava l’innocenza della loro espressione, che era comune a quella di tutti gli animali liberi.”
"Dal crinale di Passo Buole si potevano ammirare i lumicini dei paesi sparsi in tutta la valle che macchiettavano, al pari di una diradata costellazione, il cielo capovolto in quell'incavo cupo. Puntando lo sguardo in direzione di Venezia, tra il Sengio Alto e il Pasubio, lampi colorati facevano pensare ai fuochi d'artificio e anche alla gioia innocente di quei giulivi momenti che, in circostanze straordinarie, celebrano con botti d'entusiasmo la giocosità della vita.
A poco a poco la notte s'incurvava in giù; prima un paio di stelle, poi uno sparuto gregge, infine una sconfinata nebulosa cominciò a sfavillare in tutta la galassia con uno spirito palpitante che causava un fuggevole stordimento alla testa..." |